Cambiare direzione. Riflessioni di un creativo.

Weplanet- 100 globi per un futuro sostenibile

Dietro alle quinte del progetto Paint Your Future! che ha rappresentato Gruppo Boero all’asta “Weplanet- 100 globi per un futuro sostenibile”. 

Una pennellata decisa intorno al mondo all’interno di un girotondo di idee sulla sostenibilità.
Il globo di Gruppo Boero per l’evento Weplanet- 100 globi per un futuro sostenibile, l’asta creativa di raccolta fondi ideata dall’associazione Weplanet e organizzata da Gruppo Mondadori, ricorda quanto il colore animi il mondo e come siano le azioni a svelare la natura delle cose, soprattutto l’anima della terra, blu e  verde.
Con i nostri nostri stili di vita, le nostre abitudini, i nostri manufatti, le nostre tecnologie, abbiamo inciso in maniera troppo distratta su quel verde e su quel blu.

I  100 mappamondi, interpretati in maniera artistica da diversi marchi, nascono per esplorare un tema e veicolare un messaggio di sintesi: quello che, sia nel ruolo di consumatori sia nel ruolo di produttori, dobbiamo cambiare stile  di relazione con la terra, cercando soluzioni che ci rieduchino a un sano confronto con la natura e riducano l’impatto sull’ambiente.

L’uomo e l’uso dei simboli

L’uomo è progredito grazie all’uso dei simboli, che gli hanno permesso di comunicare e disegnare il suo futuro, e quelli nati per questa giornata di raccolta fondi hanno messo in moto un’onda di  riflessioni attraverso il lavoro artigianale di professionisti e non: le mani e il colore. Per i manufatti in plastica riciclata  sono state utilizzate le vernici all’acqua nate dalla Ricerca e Sviluppo del Gruppo Boero, una  soluzione sostenibile resa  disponibile ai creativi per realizzare le loro idee.

Cambiare direzione attraverso errore e consapevolezza

A progettare e dipingere l’orbita di colore intorno al mondo del brand è stato Sebastián Cares Peralta, Communication Specialist di Gruppo Boero che ha vinto la gara di idee interna all’azienda e così ci spiega il suo modo di “cambiare direzione“.

La creatività è un bisogno umano: per me lo è in maniera molto forte da quando ero bambino – spiega Sebastian, originario del Cile e  arrivato lo scorso luglio 2019 alla sede di Genova – anche se qualche anno fa ho avuto un momento di resistenza a quella spinta, che in seguito ho dovuto ascoltare: per tre anni ho frequentato la facoltà di medicina, seguendo un ragionamento razionale e il desiderio di essere utile, ma a un certo punto ho dovuto cambiare strada, ammettere che dovevo sacrificare tre anni di studi per non rinunciare a un’istinto troppo forte.

Ho ammesso l’errore e mi sono iscritto a Graphic Design, consapevole di dover affrontare altri cinque anni di studio. Ma la decisione di cambiare direzione ha cambiato la mia vita in meglio e oggi sono felice del mio lavoro. Per me l’idea che sia possibile cambiare strada è scontata, purché ci sia coscienza del problema e l’errore è uno strumento per avere più consapevolezza”.

Guardare i limiti per vedere le soluzioni

Spesso guardando i limiti (e l’evento ha avuto lo scopo di ricordaci i limiti del sistema ambiente) si può essere più creativi nel trovare al loro interno soluzioni, e questo è un concetto presente in molte delle funzioni aziendali.

La creatività diventa soluzione quando accetta dei limiti, come è successo con gli studi di fattibilità dei diversi progetti proposti.” Così  l’idea di un mappamondo in cui i visitatori potevano lasciare la loro impronta, mostrando la progressione del tempo e delle azioni sulla materia, ha dovuto cedere alle difficoltà organizzative”.

Si è invece mantenuta la voglia di mostrare la copartecipazione e copresenza di tante energie nel globo progettato insieme ai dipendenti dell’Ospedale Niguarda, in cui tante mani sono le impronte del fare e dell’incidere, in questo caso in bene.

Ma guardando quel mappamondo si vede anche altro: la relazione tra i limiti reciproci, la possibilità di osservare la differenza di forme e di spazio necessario ad ognuno per essere “nel mondo” e consentire la convivenza.
Spesso c’è un confronto di limiti anche nella realtà quotidiana dell’industria: tra le idee del marketing e le tecnologie della produzione, tra le intuizioni della Ricerca e Sviluppo e i bisogni del mercato, tra i numeri e i valori.

Ogni compromesso è una forma di rispetto dei limiti: i nostri in dialogo con quelli degli altri.

Ogni gesto è un prolungamento del pensiero, e se l’essere umano cerca da sempre di pensare a più colori per imitare la natura,  l’ambiente chiede di sperimentare e inventare nuovi gesti, nuove formule per nuove convivenze, in una terra che sta urlando i suoi limiti. 

Per cambiare quel che non è più sostenibile  serve partire dalla consapevolezza che, a volte,  quello che sembrava un modello accettabile di futuro va rivisto: una pratica dell’errore che rende le scelte più solide.

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