La città che si trasforma.
Come saranno i luoghi dell’abitare in futuro?
Gli spazi in cui ci muoviamo sono quelli della relazione, pongono quindi le premesse per la socialità e il benessere individuale e collettivo. Immaginare la città, i quartieri, i modelli abitativi di domani richiede già sulla carta uno sforzo di condivisione dei bisogni. Più che una rigida pianificazione, i confini della convivenza hanno bisogno di spunti e occasioni per costruirsi in maniera spontanea, perché è dall’aggregazione naturale delle persone che nascono le condizioni migliori per la collaborazione.
Se non si può indirizzare il movimento vitale delle persone, si possono però indicare alcune priorità del vivere civile, costruire consapevolezza sui quei cicli che fanno confluire negli spazi risorse di diverso tipo (finanziarie, umane, creative, innovative e così via) e delle interazioni che queste energie innescano fra loro.
Per far disegnare la città a chi dovrà abitarla si è aperto ad esempio a dicembre il bando per l’edizione 2023 del Premio del Nuovo Bauhaus europeo.
Il New European Bauhaus
Il New European Bauhaus è un’iniziativa creativa e interdisciplinare che collega il Green Deal europeo agli spazi abitativi e alle esperienze di chi li vive. La call, aperta fino al 31 gennaio 2023 indica quattro categorie che corrispondono a quattro priorità previste dalla commissione Europea in ambito abitativo:
- Riconnettersi con la natura;
- Ritrovare il senso di appartenenza;
- Dare priorità ai luoghi e alle persone che ne hanno più bisogno;
- Pensare al ciclo di vita a lungo termine nell’ecosistema industriale.
I progetti presentati dovevano incarnare uno dei tre diversi filoni individuati dal Premio:
Strand A: “New European Bauhaus Champions”, dedicato a progetti esistenti e completati con risultati chiari e positivi.
Strand B: “New European Bauhaus Rising Stars” dedicato a idee presentate da giovani talenti di età pari o inferiore a 30 anni. Le idee possono trovarsi in diverse fasi di sviluppo, da idee con un piano chiaro al livello di prototipo.
Filone C: “New European Bauhaus Education Champions” dedicato a iniziative incentrate sull’educazione e l’apprendimento.
L’attenzione all’edilizia, ai suoi materiali, all’organizzazione dei modelli e degli spazi si lega al concetto di bellezza intesa come armonizzazione tra il movimento delle persone e il loro abitare luoghi che possano facilitare la connessione di idee, bisogni e soluzioni.
Città dal Futuro. Nuovi archetipi di città.
Sono già molte le ricerche nate per analizzare le mutazioni della città. Una di queste è Città dal futuro realizzata da Davide Agazzi, Matteo Brambilla e Stefano Daelli nel 2020, anno in cui – anche grazie al Covid – si è compreso che obiettivi di lungo periodo necessari alla sostenibilità si devono confrontare necessariamente con una forte variabilità negli stili di vita, adattandosi a una prospettiva di costante incertezza.
I quattro archetipi di città individuati dalla ricerca sono la Città Acropoli, la Città Contrada, la Città Irregolare e la Città Leggera. Incrociando in ascisse e ordinate autonomia, dipendenza, fiducia e disincanto si sono seguite le possibili esigenze dei cittadini, così da trovare soluzioni adatte al loro stile di vita e al loro modo di vivere la città.
Secondo lo studio, il ciclo di vita della città porta benessere fino a quando la sua espansione riesce a distribuire equamente i benefici, secondo una percezione degli stessi che non può essere completamente eterodiretta e pianificata. In questo senso, la città completamente votata al digitale, che la ricerca definisce Città Leggera, ha tra i suoi rischi quello di diventare un luogo in cui i brand e le aziende gestiscono lo stile di vita e gli spazi, secondo una tendenza utopistica di modelli positivi (mangiare bene, fare sport, essere buoni cittadini e così via) che rischia però di diventare distopica, perché non lascia spazio alla trasgressione e quindi al rinnovamento organico della società.
All’opposto si pone la Città Irregolare, uno spazio in cui, grazie alla mancanza di confini rigidi, nascono esperimenti di auto-organizzazione, informali e imprevedibili, che aggiungono complessità (per chi non sa abitarli), ma che esprimono allo stesso tempo l’ingegnosa capacità di attraversare la complessità con piccoli ecosistemi integrati e sostenibili.
Ogni modello ha un suo rischio di esclusione, proprio perché lo stile e le risorse di chi le abita è diverso: la Città Acropoli è per definizione uno spazio di vita e culturale elitario, sofisticato, riservato, cosmopolita. Per vivere bene l’Acropoli servono risorse finanziarie e una capacità di creare legami sulla base della reputazione. Questo modello, al contrario dell’Irregolare, in cui ogni spazio è insieme centro e periferia, coincide con il suo centro, in cui vengono edificate grandi opere e promosse iniziative culturali.
La Città Contrada, infine, valorizza le caratteristiche tipiche e uniche di ogni quartiere e comunità. Le iniziative di prossimità aiutano a creare tessuto sociale e coesione, mentre il rischio è la deriva provinciale e di controllo sociale tra vicini. Questo modello è il più adatto per chi ha una proprietà immobiliare e sa creare relazioni stabili.
La città ideale al centro della mutazione.
Come ogni archetipo anche quello legato alle città è solo una possibilità, che messa in relazione con gli altri modelli e le caratteristiche uniche dei suoi abitanti (lo studio trova dodici stili di consumo della città, dal cultore del quartiere al giramondo frugale, fino al grande scommettitore) fanno emergere città dalla forte personalità, in un costante equilibrio tra pianificazione e progettazione spontanea che i brand hanno il compito di non ostacolare, ma, quando possibile, di facilitare.
Colori e sfumature nella relazione tra città e Brand.
Il futuro della città condiziona il futuro delle imprese. Gruppo Boero ha una tradizione con il piccolo commercio che caratterizza la Contrada, sta sviluppando tecnologie per essere presente nel flusso della Città Leggera, collabora con diverse iniziative culturali per arricchire la Città Acropoli ed è al fianco dei creativi e pionieri che sperimentano nella Città-laboratorio Irregolare. Le città sono ricche di sfumature e il futuro è accettarle e rendersi disponibili per farle evolvere verso un centro di gravità che risiede nel benessere sociale, fatto allo stesso tempo di regole e libertà. Questo il Gruppo Boero lo sa e come una città si espande, con cura e attenzione perché ciascuno possa sentirsi al centro.